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L'impresa epica di un uomo che narra la sua discesa all'inferno, componendo l'acrostico più lungo del mondo. Una sfida degna dei più arditi giocolieri della parola, dei più estrosi acrobati della lingua. E che si misura direttamente con la Divina Commedia. Una riproduzione in acrostico del primo canto dell'Inferno, in un movimento a spirale che ricostruisce il viaggio di un ironico satiro dei nostri tempi nei gironi delle moderne dissolutezze; il naufragio di un artista da strada, dai tratti bukowskiani, verso la perdita di una purezza continuamente rimpianta. Lo sfondo di questo scontro tra bene e male è una Napoli a cavallo tra gli anni '70 e l'inizio dei '90, dove un adolescente sospetto fin dall'infanzia di "stranezze", si confronta con la rigida educazione cattolica e un sistema sociale i cui sintomi di decadenza e ipocrisia sono leggibili persino tra i giovani impegnati in lotte ormai solo e semplicemente di moda. Dibattendosi tra vizi canonici (sesso, droga e rock 'n' roll) e altri più insoliti, il ragazzo viene attratto in un vortice di figure maliziose, piccole e grandi nefandezze, ridicole storie d'amore, intriganti situazioni erotiche, che lentamente trasformano la sua diversità in marginalità. Ma anche mentre cerca di mantenersi ancorato al mondo sperimentandosi nelle professioni più improbabili - dal filosofo da strada al rimatore mercenario, al venditore di enciclopedie - il protagonista non desiste da una continua quanto esasperata ricerca della verità.